Prima di riaprire la partita con la candidatura di Kamala Harris, il Partito democratico statunitense brancolava nel buio. Il secondo round della sfida Trump-Biden vedeva l’ex presidente in vantaggio sull’attuale titolare dello Studio Ovale, claudicante come le speranze dell’asinello a stelle e strisce. I democratici erano disposti a tutto per vincere, forse anche a un patto con il diavolo. O con Taylor Swift.
God bless Taylor Swift
Per intere settimane i media internazionali hanno dibattuto intorno a un eventuale endorsement da parte della cantante nativa della Pennsylvania. In mezzo alla nebbia generata dalla figura claudicante di Biden, l’artista del momento è sembrata essere l’ultima speranza per il Partito democratico. Il motivo principale è il suo enorme pubblico che online, considerando TikTok, Instagram, Facebook e Twitter, è composto da 551 milioni di follower. Al netto delle sovrapposizioni, una potenza di fuoco impressionante. Puntando i riflettori sui soli Usa, i biglietti venduti nel Paese per l’ultimo tour superano i sei milioni. Quest’anno anche l’Unione europea, nelle parole del vicepresidente della Commissione per la promozione dello stile di vita europeo Margaritīs Schinas, ha chiesto a Swift di sollecitare i giovani europei a recarsi alle urne per rinnovare il parlamento di Strasburgo.
Very important endorsement
Le campagne elettorali sono come il maiale: non si butta via niente che attiri voti. E allora ben vengano i consigli dello star system. Storicamente sono state tante le star che hanno palesato il loro sostegno ai concorrenti. Trump è appoggiato da Elon Musk, Chuck Norris e Hulk Hogan. Harris ha il supporto, fra gli altri, di George Clooney, Robert De Niro, Oprah Winfrey, Beyoncè. Ad appoggiare la vice di Biden ci sono poi grandi artiste che intercettano il target di Swift: Charli XCX, Ariana Grande, Olivia Rodrigo, Cardi B e Lizzo.
Cosa votano gli swiftie
Secondo il racconto dei media, l’appoggio di Swift a Harris serve a coinvolgere il giovane pubblico della cantante, che per lo più vota democratico. Ma se analizziamo gli swiftie, i fan dell’artista più ascoltata al mondo su Spotify nel 2023, i numeri raccontano un pubblico più eterogeneo.
Uno studio di Morning Consult mostra che negli Usa i fan di Swift sono composti al 74 per cento da bianchi, al 13 per cento da afroamericani, al 9 per cento da asiatici e in percentuali residuali da altri gruppi etnici. Gli swiftie democratici sono più della metà, il 55 per cento, mentre il 23 per cento è repubblicano, con i restanti indecisi o indifferenti.
Il dato più interessante riguarda la suddivisione per età del pubblico: il 45 per cento rientra nei millennial, il 21 per cento appartiene alla generazione X e il 23 per cento è composto da boomer. Numeri alla mano, poco più di un ascoltatore su dieci ha 26 anni o meno. Sorprendentemente, la distribuzione tra i sessi è bilanciata: le donne sono il 52 per cento, gli uomini il 48 per cento. Insomma: Taylor Swift non è una cantante per ragazzine.
L’endorsement di Taylor Swift tra country e attivismo
Taylor Swift non è nuova a forme di attivismo politico. La sua prima apertura esplicita arriva nel 2018, quando sostiene pubblicamente due candidati democratici in corsa per le elezioni di metà mandato in Tennessee (vinsero i repubblicani). La vera capacità di coinvolgere il suo pubblico si è però vista nei momenti in cui l’autrice di Shake It Off ha invitato i suoi fan ad andare a votare. In occasione del Super Tuesday di questo marzo e in alcune elezioni del 2023, in decine di migliaia hanno risposto all’appello di Swift registrandosi sulle piattaforme dedicate.
Swifties for Kamala
Nei mesi di attesa per l’endorsement è nato il movimento Swifties for Kamala, gruppo di fan che nel giro di poche ore ha raccolto 140mila dollari in donazioni e conta, al mese di settembre, 72mila follower su X e quasi 50mila su Instagram. Il loro obiettivo è «trasformare il potere swiftie in potere politico». La piattaforma programmatica degli Swifties for Kamala ha idee chiare sul programma che interessa ai fan di Taylor. Sul loro sito web dichiarano di battersi per i diritti Lgbtqia+, il sostegno ai migranti, la lotta al cambiamento climatico e il cessate il fuoco a Gaza.
«Now that we (don’t) talk»
Quella fra il Partito democratico e Taylor Swift è sembrata a lungo una storia d’amore a senso unico. L’asinello innamorato pendeva dalle labbra dell’amata: dì soltanto una parola e io sarò votato. Ma, poche ore dopo il primo dibattito fra Harris e Trump, un post su Instagram ha sorpreso il mondo: Taylors Swift ha dichiarato il tanto atteso endorsement a Harris e al candidato vice Walz. Sotto la foto da cat lady si legge che a spingere Swift a esporsi è stata un’immagine circolata su internet che vedeva una sua raffigurazione generata con l’intelligenza artificiale dichiarare l’appoggio a Trump. «Il modo più semplice di combattere la disinformazione è con la verità», ha chiosato, invitando gli utenti a scegliere il proprio candidato informandosi approfonditamente. Il post, da manuale, si chiude ricordando di effettuare le procedure necessarie per votare.
Secondo il centro studi CIRCLE, in cima agli interessi degli elettori sotto i 34 anni altamente intenzionati a votare ci sono costo della vita e inflazione, salari più alti, lotta alle armi e al cambiamento climatico, accesso libero all’aborto. Taylor, per coinvolgere basta un post o serve una canzone?