La nuova tappa di Te lo legge Prismag è Nella città vigile di S. Qiouyi Lu, pubblicato per i tipi di Moscabianca Edizioni a novembre 2024, con la traduzione di Martina Del Romano.
È una città che respira all’unisono quella di Ora, dove ogni abitante è immerso nella linfa vitale del Bagliore e ogni avvenimento è controllato, al fine di garantire un’esistenza giusta ad ogni abitante. Supervisori di questa terra all’apparenza perfetta sono i Nodi e tra questi alcuni hanno un potere speciale: prendere possesso dei corpi biomeccanici di animali e osservare da vicino ogni fenomeno.
I Nodi del sancta sanctorum sono otto in totale e uno di essi è protagonista delle vicende del romanzo breve. Anima, che può scegliere quale angolo della città osservare e decidere se è necessario intervenire, passa tutta la sua esistenza dentro una stanza, il suo corpo fisico immerso in una vasca di liquido amniotico che consente la connessione con ogni cosa.
Ma se all’inizio il personaggio è convinto di poter andar fiero del suo ruolo, l’incontro con uno sconosciuto mette in dubbio ogni certezza: esiste un mondo oltre Ora, un mondo che non può conoscere, vedere ed esperire, a meno che non scelga uno degli oggetti collezionati da Vessel, la strana persona che è riuscita ad entrare nella sua stanza.
Ogni volta che tocca uno di questi anonimi oggetti, Anima vede i ricordi e vive le esperienze di persone che non fanno parte della sua città.
All’inizio la curiosità vince su tutte le emozioni, ma quando Anima comprende che ogni esperienza ha a che fare con il dolore e la perdita, sentimenti incontrollabili cominciano a fare capolino nella sua mente.
In ogni racconto veicolato da questi strani oggetti la violenza e la morte sono protagonisti. Ora è una città che ha bandito la sofferenza, anestetizzando i suoi abitanti grazie a valvole di sfogo che possono essere azionate dai Nodi. Azioni come il suicidio sono illegali e Anima compie il suo lavoro ogni volta che li sventa.
Ma la presenza di Vessel apre uno squarcio su sensazioni, emozioni e ricordi che Anima aveva lasciato indietro per non dover più provare dolore.
E se invece provare tali sensazioni volesse significare essere vivi e liberi?
In questa novella biocyberpunk, S. Qiouyi Lu racconta il nazionalismo, le dittature, la guerra e l’isolamento senza mai parlarne. Preferisce mostrare i sentimenti legati al dolore, come la frustrazione, la paura, la mancanza, e descrivere atti estremi come il suicidio e la violenza fisica, scegliendo con cura le immagini e approfondendo la psiche dei personaggi.
Il lessico è misurato per costruire un linguaggio queer, senza presunzione di genere. Tale scelta fornisce un’identità fluida, a tutto tondo, alle protagoniste e i protagonisti delle storie che si intrecciano.
Talvolta la forma della pagina scritta è mutevole, si fa canto e poesia, diventa raccolta di scambi epistolari oppure dialoghi trascritti.
Tramite tali espedienti narrativi, Anima ha la possibilità di vedere il resto del mondo fuori da Ora e ridimensionare la sua esistenza, quel ruolo che fino all’incontro con Vessel era motivo di vanto e orgoglio. Aprire la valigia di Vessel è come aprire un vaso di Pandora, ma gli orrori che ne scaturiscono sono conturbanti possibilità di entrare in connessione con tutto quanto è esterno alle mura della città.
Sta solo ad Anima la decisione: rimanere nella sfera protettiva del liquido amniotico oppure osare e andare alla ricerca di altro da scoprire?