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Editoriale di presentazione (a cura di Francesco Stati)
Nel nostro presente esistono due realtà: quella tangibile e quella digitale. È un fenomeno che va avanti da almeno 10 anni, ma se prima i due mondi erano divisi da una solida barriera, oggi quell’argine è sempre più fragile. L’intelligenza artificiale (IA) e internet non sono più strumenti, ma elementi che plasmano le dinamiche sociali, economiche, lavorative e culturali. L’avvento dell’IA ha aperto nuove frontiere in settori come la medicina, la comunicazione, l’arte. Al contempo, temi come la privacy, l’etica e il controllo dei dati personali sono entrati con prepotenza nell’agenda politica di governanti e regolatori. Come si bilancia l’avanzamento tecnologico con la tutela dei diritti individuali? È davvero possibile trovare un equilibrio senza tarpare le ali al progresso?
La tecnologia influisce anche sulla salute mentale, soprattutto tra i più giovani. L’esposizione costante ai social media ha reso il dismorfismo corporeo e i disturbi alimentari mali diffusi, soprattutto tra quelle ragazze che su Instagram e TikTok sono bombardate da ideali di bellezza finti e irraggiungibili proposti loro dall’algoritmo. I social media hanno modificato le dinamiche delle relazioni personali e professionali, introducendo concetti come il diritto alla disconnessione e nuove forme di precarietà lavorativa che non hanno risparmiato neanche il giornalismo.
Queste e altre tematiche sono al centro del nostro undicesimo numero, sulla tecnologia. Ne parliamo attraverso una serie di articoli, con l’obiettivo di approfondire il complesso rapporto tra la rete e noi. La psicoterapia al tempo di internet, la grave crisi dell’industria dei videogiochi, i meme e la società, il sessismo che passa anche dalla mancanza di dati, il diritto di accesso alla rete, chi addestra le intelligenze artificiali a risponderci come noi ci aspettiamo che facciano e i nuovi aspetti dell’IA sono solo alcuni dei temi al centro del nostro penultimo lavoro del 2024.
Un numero scritto da umani, ma presentato… da un’intelligenza artificiale (GPT4-o1 preview, per la precisione) cui ho affidato il compito di scrivere questo editoriale con un elaborato prompt fornendole indicazioni su stile, informazioni da inserire, modelli testuali cui ispirarsi, tono e approccio da usare (con qualche mio ritocchino qua e là). A dimostrazione di quanto, ormai, un testo prodotto da una persona e un gruppo di parole assemblate da una macchina siano sempre più difficili da distinguere.
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